Le tecniche artistiche di Roberto Brunetti
L’artista di Piombino Roberto Brunetti è forse l’autore più creativo in catalogo presso Boîte en Valise Arte.
Le tecniche che adopera sono molteplici e innovative, come i materiali.
Usa infatti il legno lavorato, con le tecniche del traforo, della tarsia e dell’intaglio (bellissime le tarsie del dittico “Allo Specchio 1” e “Allo specchio 2” in galleria).
Ma anche la gomma siliconica, la resina, il gesso e il feltro.
L’artista indaga il pensiero umano attraverso l’arte secondo i dettami di una denuncia sociale intrisa di sarcasmo, in ambito retorico e speculativo.
Segue la strada di una ricerca che si affianca a quella della materia, quasi sempre extrapittorica, attivando un contrasto fenomenico che si traduce in una riflessione contro la stereotipia del pensiero evolutivo comune.
E’ il caso di “Spartizioni” del 2019, presente in catalogo.
Nell’opera, l’ausilio del bassorilievo traforato e dei colori delle bandiere in cui è suddivisa l’Africa richiamano esattamente la frammentazione geografica del colonialismo ottocentesco.
Pertanto, ci spinge a riflettere sul fatto che quella spartizione, agli effetti, non è mai stata superata.
Roberto Brunetti e la scomparsa dei mestieri
Tuttavia abbiamo scelto di parlare di Brunetti, però, per una sua opera in particolare che ben si adatta a maggio e alla Festa dei Lavoratori.
Si tratta de “Il mestiere che non c’è” (del 2015, 100x55x19, gomma su legno).
Con questa opera, l’artista denuncia la scomparsa dei mestieri che sempre più vengono assorbiti dalla tecnologia, forgiando gli attrezzi in gomma e sottolineandone, quindi, la perdita di solidità e sicurezza.
Roberto Brunetti e l’evoluzione tecnologica
L’evoluzione tecnologica sta rapidamente cambiando il mondo del lavoro, portando alla nascita di nuove professioni.
Tuttavia, assistiamo anche alla scomparsa di alcune di esse, diventate superflue a causa del cambiamento delle condizioni di vita delle persone o all’avvento di nuovi strumenti, che hanno sostituito il lavoro umano.
Basta dare un’occhiata al passato per scoprire molti lavori, che fino a qualche decennio fa impiegavano individui.
Ad esempio, ricordiamo lo spazzacamino o al lampionaio.
Sono tutti mestieri che ora ci sembrano appartenere a un mondo lontano.
Comunque, il fenomeno riguarda anche alcune professioni, oggi esistenti, e che, in breve tempo, non richiederanno più forza lavoro umana.
Basta pensare alla sarta, all’arrotino, agli autisti e ai postini (per questi ultimi si paventa addirittura l’utilizzo di sistemi con droni e mezzi di locomozione a guida automatica).
Non bisogna però dimenticare che, se un’attività monotona e operativa può essere sostituita da una semplice macchina, creatività, inventiva, competenze relazionali sono conoscenze per cui un essere umano non potrà mai essere sostituito.
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